Quanto è importante il public speaking per un giornalista?

Il public speaking è il nemico numero uno della timidezza. Ma quanto è importante per un giornalista imparare a parlare davanti al pubblico? Giornalismo Martina Bortolotti

Il public speaking è il nemico numero uno di tantissime persone che al solo pensiero di parlare davanti ad una platea cominciano a sudare, perdono salivazione, tremano, si bloccano, dimenticano cosa volessero dire. È una cosa che accomuna più persone di quanto si pensi. D’altronde, ci sono persone con un’innata capacità di intrattenimento e altre che hanno seria difficoltà a ritrovarsi in situazioni in cui si è al centro dell’attenzione. Non è un caso che i corsi di public speaking siano sempre molto richiesti e frequentati.

È capitato anche a me. Ero all’università, frequentavo la magistrale, ero timidissima e mi tenevo stretta addosso la voglia di diventare una giornalista. Ricordo ancora che durante un corso di “Comunicazione Pubblica”, la docente fu chiara e impetuosa: “Se volete essere dei giornalisti, scordatevi la timidezza! Non potete permettervela!”. Quel giudizio mi uccise, ma sapevo che aveva ragione. Devo dire che la professoressa fu molto abile nell’aiutarci a superare i nostri limiti, i nostri blocchi, le nostre paure. Ci fece lavorare a dei progetti che poi avremmo dovuto presentare – appunto – in pubblico. Davanti ad una platea di circa 300 persone. Per me fu un vero incubo! Ma dopo la prima presentazione – che prosciugò completamente la mia salivazione – arrivò la seconda presentazione, poi la terza, nel giro di pochi mesi. E fu sempre un pizzico meno difficile. Mi resi conto che il solo modo per superare la mia paura era provare, provare e riprovare. È la ripetizione che ti sblocca, il fatto di rendere una routine qualcosa che prima ti terrorizzava. Un po’ come con le vertigini (sì, soffro anche di vertigini!). Mi ostino a fare trekking, a scalare montagne e ogni volta è un colpo al cuore. Ma ho potuto riscontrare personalmente che più trekking faccio, e meno tempo faccio passare tra una scalata e l’altra, meno l’altezza mi paralizza. La mente umana è strana ma… è tutta qui!

Ma dopo questa digressione, torniamo a noi. Parlare in pubblico è una skill richiesta in moltissime professioni. Ma vale davvero così tanto anche per il mondo del giornalismo? Quanto è importante il public speaking per essere un buon giornalista? Forse non ti piacerà ma la risposta è: molto. Lo abbiamo detto tante volte: il giornalista, oggi più che mai, non è solo quello che scrive, ma anche quello che impagina, che pubblica, che produce e monta video, che registra podcast, che scatta fotografie, che sa utilizzare i social media e i nuovi strumenti di comunicazione.

Quali sono le attività del giornalista in cui è importante possedere buone capacità di public speaking?

1_ Le relazioni con la stampa. Il giornalista è colui che intrattiene relazioni con altri colleghi, con le agenzie di stampa, con gli uffici stampa, oltre che con le istituzioni, le organizzazioni e le associazioni che incrocia nel proprio mestiere. Per questo deve essere capace di instaurare relazioni e discussioni professionali. Una mancata forma rischierebbe di far perdere professionalità e credibilità.

2_ Il giornalismo oggi vive di moltissimi prodotti multimediali: servizi-video, video-interviste, podcast, storytelling. In ognuno di questi prodotti la capacità di presentarsi adeguatamente al proprio pubblico è fondamentale. Il giornalista non è solo colui che scrive dietro una scrivania. È quello che scende in campo, che fa interviste per strada, in piazza. Se non addirittura è colui che presenta un servizio o conduce un’intervista. Una buona presenza e capacità di parlare in pubblico sono elementi essenziali.

3_ Il giornalista viene spesso ingaggiato per presentare, presenziare o condurre trasmissioni televisive, radiofoniche, dibattiti ed eventi dal vivo e molto altro ancora. Insisto, quindi, nel dire che presenza, atteggiamento e proprietà di linguaggio sono componenti essenziali.

4_ Oggi i social media sono uno strumento imprescindibile di pubblicità e di comunicazione della propria attività/azienda/testata, dei propri valori, della propria mission. Essere presenti sui social è importante per allargare il proprio pubblico, per farsi conoscere. E anche questo presidio della rete richiede una certa professionalità e capacità di presentarsi al proprio pubblico. La timidezza – almeno quella non gestita – non è ammessa.

5_ Senza dover arrivare a immaginare complessi servizi-video o dirette social, non dimentichiamo che prima di tutto il ruolo del giornalista è quello di intervistare. E anche quando l’intervista non avviene davanti ad uno schermo o dietro ad un microfono, spesso è il frutto di una semplice telefonata tra intervistatore e intervistato. Quando un giornalista si trova a dover chiamare un personaggio, comune o famoso che sia, per sottoporlo ad una intervista – che solo successivamente verrà trascritta in forma testuale – deve sapersi presentare, deve saper mantenere un tono professionale, credibile, soprattutto quando il proprio interlocutore è una personalità del mondo delle istituzioni, della politica o dello spettacolo.

Sono dunque innumerevoli le ragioni per cui un buon giornalista deve necessariamente avere una certa dimestichezza a parlare in pubblico. Ma che significa? Cosa deve saper fare? Quali sono le caratteristiche di un buon oratore, capace di coinvolgere il suo pubblico e di non annoiarlo? Te lo spiegherò in uno dei prossimi post.

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